IN EVIDENZANOVITÀ

VACCINI ANTICOVID: LE DIFFERENZE

Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Reithera: avanza la corsa al vaccino anti Covid. E mentre i vaccini di Pfizer e Moderna hanno già ottenuto il via libera dall’Ema, c’è attesa per i dati di Astrazeneca. Reithera, invece, raccoglie i primi frutti della sperimentazione.

REITHERA

Partiamo dalle novità. Il vaccino di Reithera, GRAd-CoV2, ha dimostrato di essere sicuro, di avere capacità di indurre risposta immunitaria degli adulti, con un’efficacia del 92,5%, simile a quella degli altri due vaccini, di Pfizer e Moderna, con due dosi.

UN VACCINO SOSTENIBILE

Il vaccino, spiega Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco “darà ai cittadini italiani e non solo italiani la possibilità di accedere a un vaccino sostenibile, sia per quanto riguarda le popolazioni da trattare sia per le modalità di accesso nel nostro e in altri Paesi”.

UN VACCINO IN CUI CREDE LO STATO

Nel vaccino di Reithera, che sarà distribuito oltre i confini nazionali, ha sempre creduto lo Stato, fin da marzo. “Vorrei sottolineare il “soft touch”, ovvero il tocco leggero, che la politica ha avuto nella interazione positiva con i tecnici, che non è scontato: lasciare ai tecnici piena indipendenza di giudizio e di azione richiede una comunità matura, come quella che abbiamo mostrato negli ultimi mesi”, ha precisato il direttore generale dell’Aifa. “Aver individuato precocemente e già a marzo che questo vaccino potesse essere una priorità di sviluppo e di investimento per poter garantire al nostro paese e non solo una maggiore capacità di accesso al vaccino è stata una decisione rapida presa in un momento difficile, che oggi giunge ai risultati sperati”.

 

MODERNA

A differenza del vaccino di Reithera, quello di Moderna richiede l’inoculazione di due diverse dosi. Il farmaco ha concluso la sperimentazione di fase 3 e in queste ore l’Ema ha dato il via libera all’immissione in commercio.

“Il 7 gennaio l’Italia dovrebbe decidere la collocazione del vaccino nel sistema nazionale. Sono stati gli studi effettuati dalla ditta il motivo del ritardo, la loro analisi è complessa. I due vaccini, Pfizer e Moderna, sono molto simili per non dire identici”, ha detto Magrini.

PFIZER

Proprio, come quello di Moderna, anche il vaccino di Pfizer, infatti, si basa su una piattaforma mRna. Una piattaforma innovativa: è il primo vaccino di questo tipo somministrato all’uomo.

Vaccini, nonostante le novità, che possiamo considerare sicuri, secondo i vertici Aifa: “Su 180.000 vaccinazioni effettuate finora, le reazioni avverse riportate sono minime: solo effetti locali in una percentuale ridotta di pazienti o qualche cefalea, ma nessun effetto indesiderato grave. Nessuna reazione grave di tipo anafilattico”, ha detto Magrini.

E ASTRAZENECA?

Magrini, invece, ha meno certezze sul vaccino di Astrazeneca: “I risultati sono in parte incoerenti. Un piccolo sottogruppo di 1.400 volontari ha ricevuto mezza dose e ha registrato un’efficacia maggiore rispetto alla dose intera. Ma poi la Gran Bretagna che ha già approvato il vaccino, ha scelto di somministrare la dose intera. Perché? Nei risultati pubblicati sulla rivista Lancet poi, compaiono due eventi avversi, di mielite, un disturbo neurologico. Dobbiamo vederci chiaro e valutare bene rischi e benefici”, ha detto Magrini a Repubblica.

DOSI A SUFFICIENZA PER I PROSSIMI 2 MESI

In attesa di chiarimenti sul vaccino di Astrazeneca e di nuovi dati sugli studi clinici, dell’approvazione di Moderna e della sperimentazione di fase 2 e 3 del farmaco di Reithera, Magrini sostiene che “le dosi che abbiamo basteranno, nei prossimi due mesi e mezzo, a rendere ospedali e Rsa covid free. Con la prima dose c’è una copertura parziale, la copertura completa si raggiunge con la seconda dose”.