Fin dall’inizio della pandemia i genitori e gli operatori sanitari si sono preoccupati di quanto i bambini sarebbero stati colpiti dall’infezione da Covid-19. Su questo punto i dati sono ormai consolidati e coerenti tra i diversi studi effettuati, ecco alcuni aspetti da tenere in considerazione.
- Contagio – Bambini e giovani sotto i 20 anni, oltre ad essere molto spesso asintomatici, si stima che abbiano una suscettibilità all’infezione pari a circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni. Lo evidenziano i risultati di una ricerca pubblicata su Nature Medicine che ha sviluppato modelli di trasmissione del Covid-19 sulla base di dati provenienti da 6 paesi, inclusa l’Italia.
- Letalità – Le evidenze scientifiche disponibili, chiarisce l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), indicano che nei pazienti pediatrici l’infezione causata da SARS-CoV-2 si manifesta con un andamento clinico più favorevole rispetto all’adulto. I bambini hanno infatti una letalità decisamente inferiore rispetto agli adulti, che si aggira intorno allo 0,06% nella fascia di età 0-15 anni. Finora, i dati pubblicati nel bollettino dell’ISS riportano 4 decessi sotto i 9 anni e nessuno tra i 10 e i 19 anni.
- Complicanze – I sintomi di Covid-19 nei più piccoli sono spesso assenti o lievi, tuttavia l’infezione in alcuni casi può comportare lo sviluppo di complicanze o forme cliniche peculiari. Ecco perché va comunque posta molta attenzione quando i bambini manifestano i sintomi dell’infezione, soprattutto se con meno di un anno di età e in presenza di condizioni patologiche preesistenti.
- Vaccini – A causa della pandemia in molti Paesi, inclusa l’Italia, osservano i ricercatori dell’ISS, si è verificata “una riduzione generale delle normali attività vaccinali”. È importante in questa fase recuperare tutte le sedute di vaccinazioni obbligatorie che non sono state eseguite. In autunno, inoltre, è raccomandato che tutti i bambini sotto i 6 anni si vaccinino contro l’influenza stagionale, malattia che può sovrapporsi o confondersi con Covid-19. Consulta la Circolare ministeriale su Prevenzione e controllo dell’Influenza: raccomandazioni stagione 2020/21
- Precauzioni igieniche – Tutti i bambini vanno incoraggiati al rispetto delle norme di igiene e prevenzione delle infezioni, come non portare le mani in bocca, non stropicciarsi gli occhi e lavare frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani a base di alcool. Consulta le FAQ – Come proteggersi
- Mascherine – Non sono obbligatorie per i bambini al di sotto dei 6 anni e per i bambini con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i soggetti che interagiscono con loro. Sono molte le fake news che girano in materia. La Società italiana di Pediatria (Sip) in un video divulgativo ha smentito una serie di notizie false che circolano sui social media, precisando che “i bambini sani che indossano la mascherina chirurgica per più ore al giorno non rischiano la carenza di ossigeno né la morte per ipossia”, “la mascherina previene il diffondersi delle infezioni e va portata dai bambini per evitare la trasmissione del coronavirus tra asintomatici”. Inoltre, non ci sono evidenze che documentino un legame tra uso della mascherina e un’alterazione della flora batterica o disbiosi intestinale.
- Conseguenze psicologiche – L’isolamento a casa durante l’emergenza da nuovo coronavirus ha causato l’insorgenza di problematiche comportamentali e sintomi di regressione nel 65% di bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni (fino a 18). È quanto emerge da un’indagine sull’impatto psicologico e comportamentale del lockdown nei bambini e negli adolescenti in Italia, condotta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Tra i disturbi più frequentemente evidenziati vi sono:l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia.
Abitudini alimentari – L’emergenza COVID-19 ha cambiato profondamente le abitudini delle famiglie, che con le scuole chiuse, hanno avuto “più tempo per stare insieme”. Questo periodo ha potuto, quindi, “rappresentare un’occasione per dedicare più tempo ai propri figli e approfittarne per migliorare le abitudini alimentari”. - Attività fisica – Anche bambini e ragazzi, che durante i mesi del lockdown hanno mangiato di più e fatto meno movimento, vanno incoraggiati a fare attività fisica, senza aspettare necessariamente che ricominci la scuola. Anche semplici movimenti, come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici, possono aiutare a scaricare le tensioni accumulate (con una riduzione dell’agitazione e della conflittualità), aumentare le energie e lo stato di benessere generale, migliorare la qualità del sonno.
- Vita sociale – Dopo il forzato isolamento, i bambini e gli adolescenti devono poter giocare e stare con gli amici. Tuttavia anche tra bambini va raccomandato il non assembramento e il distanziamento fisico. Le aree gioco nei parchi sono ora accessibili, ma meglio evitarle nelle ore in cui potrebbero essere più affollate. L’attività estiva servirà a coinvolgere bambini e ragazzi in percorsi di educazione alla salute, per conoscere e imparare a rispettare i comportamenti di prevenzione indispensabili anche alla ripresa dell’anno scolastico. Attraverso il gioco si aiuteranno i bambini e le famiglie a recuperare socialità e benessere emotivo, sempre con il necessario distanziamento fisico e l’adozione di tutte le misure di sicurezza.