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2 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE DISTURBI ALIMENTAZIONE

Il 2 giugno si celebra la Giornata Mondiale d’azione sui Disturbi dell’Alimentazione, World Eating Disorders Action Day, nata nel 2015 allo scopo di approfondire la comprensione di questi disturbi come malattie gravi e curabili, unire attivisti, professionisti, genitori/tutori e malati per promuovere la conoscenza a livello mondiale sui Disturbi dell’Alimentazione.

Quest’anno l’attenzione della Giornata sarà rivolta in particolare a coloro che si prendono cura di persone affette da Disturbi dell’Alimentazione: genitori, nonni, fratelli, partner/coniugi, altri familiari e amici.

In tema di Disturbi dell’Alimentazione (DA) il Ministero della Salute ritiene di fondamentale importanza la disponibilità di un “primo riferimento” e cioè di una “mappa” delle strutture pubbliche e convenzionate e delle associazioni dedicate ai DA, con aggiornamento costante e periodico, per garantire a chi ne è affetto, alle loro famiglie e agli operatori sanitari (medici di medicina generale, pediatri, gastroenterologi, endocrinologi, dietologi, eccetera) migliori livelli di accesso e appropriatezza di intervento. Già più di 10 anni fa il Ministero, la Presidenza del Consiglio e la Regione Umbria, nell’ambito di un progetto CCM, avviarono uno studio che portò alla prima mappatura di tali servizi, poi le attività sono proseguite e sono state implementate con il progetto “MA.NU.AL.”

Attualmente, secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità il 22 marzo 2022, la mappatura dei Centri a tale data conta 108 strutture su tutto il territorio nazionale, di cui 101 del SSN e 7 del Privato accreditato: 55 centri al Nord (di cui 19 in Emilia Romagna), 18 al Centro Italia e 35 tra Sud e Isole. I professionisti che lavorano nei centri sono 1099, tutti formati e aggiornati.

Il Ministero della Salute ha, inoltre, elaborato raccomandazioni operative per gli interventi in pronto soccorso con un codice lilla per aiutare gli operatori sanitari ad accogliere i pazienti con disturbi dell’alimentazione e avviarne un adeguato percorso terapeutico.

Disturbi dell’Alimentazione, fatti e cifre
I Disturbi dell’Alimentazione (DA) sono stati patologici complessi frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti che possono influire negativamente sullo sviluppo corporeo e sulla salute fisica e psicosociale, comportando, a volte, gravi problemi medici, sia acuti che cronici.

I DA, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza dal momento che, sia per l’anoressia che per la bulimia, negli ultimi decenni, c’è stato un notevole abbassamento dell’età dell’esordio.

Inoltre, il ritardo con cui spesso viene fatta la diagnosi può avere serie ripercussioni sulla storia naturale del disturbo in quanto più precocemente si inizia un trattamento maggiori sono le possibilità di successo. Fondamentale, poi, è considerare la patologia nel suo complesso con un approccio multidisciplinare e che comprenda anche le co-morbilità e le eventuali dipendenze patologiche associate.

Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i Disturbi dell’Alimentazione possono, infatti, diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte.

All’anoressia nervosa è collegata una mortalità 5-10 volte maggiore di quella di persone sane della stessa età e sesso.

Di recente, studi epidemiologici internazionali hanno rilevato un aumento dell’incidenza nel genere femminile di età compresa tra i 12 e 25 anni.

In occidente (e quindi anche in Italia), si stima che:

la prevalenza dell’anoressia sia dello 0.2-0.8%
la prevealenza della bulimia sia di circa il 3%
l’incidenza dell’anoressia sia di 4-8 nuovi casi per anno su 100.000 individui
l’incidenza della bulimia sia di 9-12 nuovi casi su 100.000 individui, con un’età di esordio tra i 10 ed i 30 anni, e un’età media di insorgenza di 17 anni